ro IL GIOCO DEGLI INTERDETTI NELL’ARIALDA, PIÈCE DI G. TESTORi
  • Khelouiati,  Souad
    UNIVERSITÉ BADJI MOKHTAR – ANNATA (ALGÉRIE)
Abstract
Il teatro appartiene alla sfera del rito, del gioco e della festa ma anche dell’ artigianalità e della comunicazione in ogni senso, coinvolge tutto quel campo che possiamo chiamare genericamente antropologico, (Enrique Vargnas, Anno 1, n. 35, 14/ 12/ 2000). Il teatro, infatti, è uno strumento di conoscenza e di relazione profonda tra individui e gruppi differenti per cultura, razza e status sociale, favorisce l’incontro e genera legami proprio come il gioco. E’ uno strumento di ricerca verso l’io e verso il mondo. La diversità di G. Testori si ritrova anche nei confronti del panorama culturale italiano in cui si trova ad operare; infatti, egli abbraccia un’ottica realistica che lo porta ad interessarsi, alla vita di donne/ uomini dai bisogni elementari, di umili, che trascorrono la loro esistenza. Quali sono i rapporti dell’opera teatrale con il contesto socioculturale? Il linguaggio usato nell’opera è “immorale, osceno e insolito” qual’ è il significato delle scelte linguistiche di un autore di teatro? La vicenda si svolge negli anni ‘50, in una periferia milanese abitata da un gruppo di popolani: prostitute, emarginati, poveri immigrati e uomini di mala vita. Come si puo’ consentire il superamento di pregiudizi, stereotipi ed alcune barriere culturali, attraverso la formazione e l’informazione? Come si puo’ sviluppare la potenzialità di “dialogo/scambio” in una lingua e cultura straniera?